La depressione è
una della problematiche psicologiche più diffuse dei nostri tempi. Da numerose
indagini, infatti, risulta che dal 4 al 10% degli adulti , il 2% dei bambini e
il 4% degli adolescenti ha in un anno un episodio di depressione che dura
almeno due settimane. Complessivamente, circa il 15% delle persone ha un
episodio di depressione almeno una volta nella vita. Più episodi depressivi si
sono avuti, più è facile averne di nuovi, se non ci si cura in modo adeguato.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, fra tutte le malattie, la
depressione è al quarto posto come importanza per le sofferenze e il rischio di
disabilità che comporta.
E’ importante
distinguere la depressione dalla tristezza, che capita a tutti di sperimentare
talvolta, poiché la depressione è una forma di tristezza molto profonda,
duratura ed invalidante.Ma in cosa consiste la depressione? Quando possiamo dire di una persona che “è depressa”?
Innanzitutto, chi sperimenta questa condizione ha un umore triste e melanconico per la maggior parte del giorno quasi ogni giorno. La persona cioè appare differente rispetto a prima e passa buona parte della giornata nell’isolamento o nel pianto o persa nei suoi pensieri. Nei bambini e negli adolescenti l’umore può diventare irritabile.
Inoltre, la persona che si ammala di depressione perde l’interesse verso ciò che prima le piaceva e la faceva stare bene. Non è infrequente notare come persone che provavano piacere nello stare in compagnia diventino solitarie e arrabbiate col mondo o persone che amavano camminare o dipingere che riferiscono di non essere più interessate a fare quello che facevano prima.
Infine possono comparire anche altri sintomi: variazioni di peso, cambiamento nelle abitudini riguardo al sonno, maggiore agitazione o, al contrario, maggiore lentezza nel fare le cose, mancanza di energia e sensazione di fare un’enorme fatica per compiere i normali gesti quotidiani, sentimenti di colpa o di autosvalutazione, difficoltà di concentrazione, difficoltà nel prendere le decisioni, e infine pensieri ricorrenti di morte o idee suicide.
Tutti questi sintomi nella depressione sono talmente forti da compromettere notevolmente qualità della vita (ad esempio la persona non riesce più a relazionarsi con gli altri, a lavorare, a condurre la sua vita in modo adeguato e soddisfacente). Non si può parlare di depressione se a causare questi sintomi è l’uso di qualche sostanza stupefacente o se la persona si trova in una condizione di lutto. Infatti, quando si perde una persona cara ci sono dei momenti in cui compaiono dei sintomi simili a quelli sopra descritti ma, in genere, tendono a scomparire spontaneamente nell’arco di alcuni mesi.
Ma da dove
arriva, perché nasce la depressione?
Di preciso non è
ancora stata trovata un’unica causa. Le teorie principali sono biologiche,
genetiche e sociali. A livello biologico nelle persone depresse c’è una minore
produzione da parte del cervello di alcune molecole responsabili del
“buonumore”. Negli anziani la depressione può essere provocate anche da carenza
alimentari o dagli effetti collaterali di alcuni farmaci.A livello genetico si è visto che i parenti di primo grado di una persona con disturbo depressivo maggiore hanno un rischio di due o tre volte più altro di avere nella loro vita un episodio depressivo. Si dice quindi che c’è una familiarità per i disturbi di questo genere.
Inoltre ci possono essere altre cause: separazioni coniugali, uscita dei figli di casa, difficoltà familiari in genere, malattie fisiche, difficoltà scolastiche, problemi lavorativi, trasferimenti, problemi legali, problemi economici.
Talvolta, anche momenti in apparenza lieti come la nascita di un figlio o una promozione sul lavoro possono essere motivo di depressione, se la persona non si sente all’altezza della situazione o vede la realtà che lo circonda come estremamente difficile e senza possibilità di miglioramento.
Quali sono le
conseguenze della depressione?
La depressione
non investe soltanto la persona che la sperimenta, ma ha conseguenze negative
anche su chi le sta intorno. I familiari infatti possono essere preoccupati e
magari anche un po’ infastiditi dal suo comportamento, poiché la depressione si
accompagna a lamentosità e irritabilità.. A volte poi, si verifica quello che
si chiama “contagio emotivo”: il “cattivo umore”, per così dire “passa” da una
persona all’altra e così, anche chi non era depresso, si trova suo malgrado a
parlare e a sorridere di meno. Nei giovani la depressione si può associare
all’uso/abuso di sostanze stupefacenti e alcool, che, ovviamente, non fanno che
peggiorare la situazione nel suo complesso. Un problema che si riscontra
talvolta associato alla depressione è un vissuto di vergogna rispetto alla
propria condizione. Per qualcuno non essere al massimo, in una società che
esalta le prestazioni ad ogni costo, diventa motivo di auto denigrazione.
Chiaramente la vergogna per la propria situazione non solo è inutile (dato che
la depressione è una malattia, sarebbe come se una persona si vergognasse di
avere la febbre) ma anche dannosa, perché ritarda il momento in cui la persona
decide di chiedere aiuto e curarsi. Paradossalmente, chi accetta di essere
depresso trova più semplice affrontare e sconfiggere la depressione.
Cosa si può fare
per sconfiggere la depressione?
Oltre al
supporto farmacologico, che deve essere chiaramente prescritto e monitorato da
un medico, a livello psicologico è possibile, per chi soffra di depressione,
mettere in pratica le seguenti strategie:
- Cercare di fare ogni giorno una piccola
cosa piacevole. Questo perché nella depressione si perde il senso del piacere e
ogni cosa sembra faticosa e difficile. Recuperare qualche momento piacevole
serve per dimostrare a se stessi che la vita non è poi così brutta.
- Cercare di trascorrere una parte del
proprio tempo con qualcuno con cui si sta volentieri. Questo perché l’affetto e
il riconoscimento delle persone aumenta la sensazione di valore personale e
accresce il desiderio di mettersi nuovamente in contatto con gli altri.
-
Cercare di fare, se possibile, una piccola
quantità di attività fisica, ogni giorno, poiché è stato riportato in numerosi
studi come il movimento, in assenza di controindicazioni di tipo medico, possa
avere un ruolo nell’innalzare il tono dell’umore.
-
Non porsi obiettivi troppo elevati da
raggiungere. Ad esempio, se una persona depressa volesse pulire casa sarebbe
meglio si fissasse degli obiettivi intermedi e da raggiungere gradualmente. Per
esempio, potrebbe dedicarsi un giorno alla pulizia dei pavimenti, l’indomani a
quella dei vetri ecc.
-
Fare attenzione al proprio modo di
pensare e cercare di modificarlo (questo potrebbe richiedere l’aiuto di uno
specialista). Si è visto come chi soffre di depressione tende ad esagerare in
senso negativo, inconsapevolmente, la visione di sé, del mondo e del futuro. I
pensieri negativi fanno peggiorare sempre più il tono dell’umore. Riconoscere
questi pensieri esagerati e disfunzionali e sostituirli con altri più
realistici e funzionali è molto importante.
-
Non sdrammatizzare: non dire “ma dai,
cosa vuoi che sia?”, non far sentire in colpa “potresti avere tutto per essere
felice e invece?”, non esortare a cambiare facendo credere alla persona che
“con un po’ di forza di volontà potrebbe farcela”. In realtà non è così
semplice e , se la situazione perdura, meglio rivolgersi ad uno specialista.
-
Cercare di essere rispettosi. Non
dimentichiamoci che abbiamo di fronte una persona che soffre.
-
Proporre delle attività che siano
gradite per la persona. Come si diceva sopra, è importante per la persona
ritrovare il senso del piacere.
-
Ricavare del tempo per sé. Poiché stare
a fianco di una persona depressa può essere molto difficile, è importante
ritagliarsi degli spazi piacevoli solo per sé, in cui “ricaricare le batterie”.
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