martedì 7 agosto 2012

Il lavoro con i genitori di Sara


Sara (tutti gli elementi che possono rendere riconoscibili le persone in oggetto sono stati modificati) è una bambina di sette anni, che sta affrontando un periodo difficile della sua vita: la separazione dei suoi genitori.
La sua mamma è preoccupata, perchè da un pò di tempo, da quando i litigi tra papà e mamma si sono fatti più intensi, Sara ha inziato a manifestare tanta rabbia.
Se ne sono accorte le maestre a scuola, perchè risponde male ai compagni, alle maestre stesse, e una volta ha anche picchiato un altro bambino. E questo è strano, perchè normalmente Sara è una bambina tranquilla.
Addirittura è successo che a volte picchiasse anche la mamma. E questo davvero non era mai successo.
Inoltre sono comparse anche alcune paure, che prima non c'erano.
Ad esempio Sara alla sera non vuole più andare a dormire da sola nella sua camera e pretende che la mamma o il papà (che al momento vivono ancora insieme, ma non si sa ancora per quanto) stiano con lei fino a quando non si addormenta.
Non vuole più nemmeno andare a giocare a casa della sua migliore amica, Veronica.
Se è Veronica a venire a casa di Sara va bene, ma non va bene il contrario.

Cosa sta succedendo a Sara?
Perchè ha questi comportamenti di fronte a ciò che sta capitando alla sua famiglia?
Come possono i suoi genitori rendere questo momento il meno brutto possibile?

Cerchiamo di capire innanzitutto cosa sta succedendo a Sara.
Sara prova innanzitutto paura, perchè non sa cosa ne sarà di lei quando i suoi genitori si separeranno. Non sa se avrà più le stesse abitudini, se potrà frequentare gli stessi amici, se potrà fare le cose che da sempre le piacciono.

Prova probabilmente anche molta rabbia, perchè si sente frustrata ed impotente rispetto a ciò che le sta accadendo intorno.
Se avesse potuto scegliere non avrebbe mai voluto che i suoi genitori si separassero.

Ma cosa possono fare proprio i suoi genitori per rendere questo momento a Sara il meno traumatico possibile?
Innanzitutto è importante che non litighino davanti a lei. Le emozioni suddette, insieme anche ad altre, di segno negativo, si amplificano nei bambini che assistono a discussioni accese tra i propri genitori.
Sarebbe giusto che, per le questioni che riguardano la bambina, i suoi genitori riuscissero ad interagire nella maniera migliore possibile.
Inoltre è importante che entrambi si sforzino, anche se non si amano più, di non denigrarsi vicendevolmente davanti a Sara. Per lei è importante sapere di avere una mamma e un papà in gamba, anche se tra loro la stima reciproca si è esaurita.
La situazione migliore sarebbe quella di un genitore che con la propria figlia cerca di parlare in toni positivi dell'altro genitore.
E' infine importante che a Sara vengano per tempo illustrati i cambiamente eventuali a cui la sua vita andrà incontro ma anche le situazioni che rimarranno invariate.

I genitori di Sara, dopo aver adottato i comportamenti suggeriti, hanno chiesto cos'altro potevano fare per rendere il momento della separazione il meno traumatico possibile per la loro bambina.
Una cosa che è importante in assoluto fare è curare l'aspetto della comunicazione in senso lato.
Quindi, al di là dei suggerimenti già pubblicati è importante che un bambino che affronta un momento come questo si senta compreso sia su un piano verbale che non verbale.

Su un piano verbale, come già anticipato nel post precedente, i genitori che intendono separarsi dovranno mettere al corrente (utilizzando le parole adeguate all'età del proprio figlio) i bambini di ciò che avverrà per tempo e non mettendoli di fronte al fatto compiuto. Molti genitori pensano che sia meglio non parlare con i figli prima di separarsi nel timore che ciò li possa allarmare, preoccupare, traumatizzare. Dimenticano però che i bambini hanno antenne sensibilissime verso l'"aria" che si respira in casa e tendono, se non viene loro spiegato nulla, ad ingigantire oltremodo le loro paure, magari pensando di essere la causa della separazione dei genitori.

Inoltre dovranno aiutare i bambini ad esprimere ed accettare le proprie emozioni, anche quelle "negative", di rabbia o di paura, o magari anche di vergogna e senso di colpa, dicendo ad esempio "mi sembri molto arrabbiato/impaurito/ecc., ti va se ne parliamo un pò?" A volte i bambini faticano ad esprimere questo tipo di emozioni, anche per timore di offendere o far arrabbiare l'adulto. E' invece importante che ciò avvenga. A tal fine si può predisporre una sorta di gioco dove genitori, in fase di separazione, e figli, si siedono allo stesso tavolo e raccontano ognuno qualche emozione spiacevole che hanno sperimentato negli ultimi giorni. Alla fine del gioco si può decidere di premiarsi e di consolarsi con una passeggiata, o con un momento speciale da passare insieme al bambino.

A livello non verbale (che è quell'aspetto della comunicazione che si mette in atto con le espressioni del viso e con i gesti del corpo) è importante comunicare vicinanza e rassicurazione con abbracci, tenendo il bambino per mano, usando in maniera appropriata lo sguardo e le espressioni del viso. Se un bambino vede sul volto del genitore un espressione rabbuiata è probabile che si senta impaurito, confuso o arrabbiato lui stesso, anche senza che il genitore abbia detto o fatto nulla.

Un ultimo aspetto che è importante curare, soprattutto dopo la separazione, è il mantenimento di alcune routine. Ad esempio è importante che il bambino conservi all'incirca gli stessi orari per il gioco, per il riposo, per i pasti, sia a casa della mamma che in quella del papà (nel caso in cui sia il bambino a doversi spostare), che possa portare con sè i suoi giochi preferiti.
Se i genitori di Sara riusciranno a mettere in atto questi suggerimenti aiuteranno la bimba a superare questo momento nel migliore dei modi possibili.

* Buona parte del lavoro con i genitori di Sara è stato effettuato prendendo spunto dal libro di Pellai A. e Tamborini B. "Vi lasciate o mi lasciate?" Erickson