giovedì 21 febbraio 2019

Comunicazione

Ciao a tutti!

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sabato 9 febbraio 2019

Come smettere di abbuffarsi

Il problema delle abbuffate affligge un numero sempre maggiore di persone che soffrono di disturbi alimentari.

Sebbene anche persone che non hanno problematiche particolari in tal senso possano di tanto in tanto abbuffarsi, le persone che hanno disturbi alimentari lo fanno più frequentemente ed in associazione con altri comportamenti compensatori (ad esempio vomito auto indotto per compensare l'apporto calorico in eccesso introdotto durante le abbuffate, eccessivo esercizio fisico, abuso di lassativi o diuretici) che provocano danni di natura anche importante alla propria salute.






Ma cosa provoca le abbuffate? Perchè una persona si abbuffa?

Numerosi studi dimostrano come la causa prevalente delle abbuffate sia la dieta rigida. 

Le persone che danno molta importanza al peso e alla forma del corpo, infatti, cercano di restringere l'alimentazione allo scopo di perdere peso o di controllarlo. 

La spinta biologica ad alimentarsi è di conseguenza quella che porta una persona in condizione di "deprivazione" alimentare ad abbuffarsi.

Successivamente le abbuffate possono rispondere anche a necessità emotive: calmarsi quando si è arrabbiati o tesi, sfuggire alla noia, diventando quindi un modo disfunzionale di gestire le emozioni indesiderate. 

Quindi come puoi fare per evitare le abbuffate?

- non restringere l'alimentazione. Questa è la causa più importante dell'innescarsi delle abbuffate. Se restringi l'alimentazione avrai inevitabilmente più fame e il rischio di abbuffarti sarà maggiore.

- prevedi un regime alimentare in cui non passino troppe ore tra un pasto e l'altro (prevedi l'inserimento di spuntini tra un pasto e l'altro). Questo non ti porterà a sentire eccessivamente fame riducendo il rischio di avere delle abbuffate.

- fai un elenco di attività distraenti da fare quando avverti che potrebbe avere luogo un'abbuffata.
In genere, passata circa mezz'ora dalla spinta ad abbuffarti, essa non viene più avvertita con una grande intensità e il rischio di abbuffarti si riduce.

- non tenere in casa cibi da cui potrebbe partire un'abbuffata. Cibi pronti, dolciumi, altri cibi "pericolosi" non andrebbero tenuti in casa per non rischiare che inneschino un'abbuffata.

- ridefinisci l'idea di te stesso non valutandoti esclusivamente in base al peso e alla forma del corpo (questo potrebbe richiedere l'aiuto di un esperto). Numerosi studi hanno dimostrato come chi non soffre di un disturbo alimentare valuta se stesso su molte dimensioni (amicizie, lavoro, vita familiare, aspetto fisico ecc) mentre chi ha un problema con l'alimentazione si misura secondo due soli parametri: peso e forma del corpo.

- leggi un valido manuale di auto aiuto. Io consiglio "Vincere le abbuffate" di C.G. Fairburn. Esso contiene delle valide informazioni e puoi utilizzarla come guida da solo o con l'aiuto di un esperto.


lunedì 28 gennaio 2019

5 aspettative irrealistiche nella vita di coppia: come superare la disillusione

Lavorando con le coppie capita spesso di affrontare la disillusione che il rapporto a due comporta. E' difficile affrontare il "dopo" innamoramento, cioè il periodo in cui la persona amata ci appare per quella che effettivamente è e non come quella che avevamo idealizzato durante i primi periodi insieme.

Capita infatti che i primi periodi di una storia d'amore siano vissuti in modo molto intenso, non si vede l'ora di trascorrere il tempo con la persona amata, stringerla, parlare con lei, avere rapporti sessuali. 

Dopo i primi due/tre anni (ma il tempo può variare a seconda della coppia) si affronta la disillusione. 

Il partner si rivela diverso da ciò che volevamo che fosse, i suoi difetti, che magari avevamo già notato, si rivelano più difficili del previsto da sopportare, il tempo lo trasforma sia sul piano fisico che su quello psicologico e infine noi stessi ci trasformiamo e, cambiando le nostre esigenze, queste possono non collimare con quelle del partner.


immagine su donnamoderna.it


Ecco quindi alcune tra le più diffuse aspettative irrealistiche sulla vita di coppia che vanno affrontate attraverso il dialogo con il partner e attraverso un ridimensionamento dei nostri desideri.

1) L'attrazione fisica deve essere sempre la stessa. Nel corso di un rapporto di lunga durata il corpo cambia, gli impegni della quotidianità pure ed è necessario "coltivare" la dimensione fisica del rapporto, essendo consapevoli che essa può non essere sempre spontaneamente alla massima intensità.

2) I rapporti sessuali devono essere sempre gratificanti. Questo stereotipo discende dal punto precedente. Non è detto che sempre lo siano, la soddisfazione per la sessualità nella propria coppia può essere altalenante ma non per forza questo rappresenta un problema. Soprattutto vanno comunicati al partner i propri pensieri e i propri desideri in tal senso.

3) Non ci si deve annoiare mai. La vita di coppia non è un giro di giostra infinito. Esistono momenti, situazioni, periodi in cui si instaura una routine che non è certamente entusiasmante. Poi, se ogni momento in coppia, sempre, è noioso, allora è la spia di qualcosa che non va. Diversamente, se momenti di noia si alternano a momenti di divertimento, di condivisione, di comunicazione profonda, ciò rientra perfettamente nella normalità.

4) Il partner non può dedicarsi ad alcune attività per conto proprio. Questo per molte coppie è difficile da digerire. Nell'idea comune c'è che il partner debba voler condividere ogni suo momento libero con noi, e viceversa. Questo in realtà in molti casi "soffoca" la coppia e mina profondamente la libertà individuale. Certo, se il partner non desidera mai condividere il suo tempo con noi, è un conto, ma se vuole avere alcuni momenti per dedicarsi a hobbies, passioni, o semplicemente prendersi del tempo per sè, allora è importante concederglielo.

5) Il partner deve condividere con noi ogni suo pensiero, sogno o sentimento. Anche in questa dimensione soggettiva esiste il diritto alla privacy. Non è necessario "dirsi tutto" per essere una buona coppia. La cosa importante è condividere ciò che di importante riguarda la coppia, che può farla funzionare meglio o magari aiutarla a superare situazioni di impasse. 

martedì 22 gennaio 2019

Università e paura degli esami: come superarla?

Può capitare che un ragazzo che frequenta l'università, fin da subito o dopo un pò di tempo possa sviluppare una vera e propria paura di dare esami, che può portarlo anche, nei casi peggiori, a decidere di interrompere il proprio percorso di studi. 

Come si può spiegare questo atteggiamento?

Solitamente la causa di questa paura è una minaccia percepita all'autostima. Il ragazzo cioè, ritiene che se l'esame andrà male o se non sarà rispondente alle proprie aspettative, il proprio valore personale verrà meno, o agli occhi delle persone per lui significative, o ai propri stessi occhi. 

E' importante quindi razionalizzare le proprie paure per ridimensionare da un lato l'importanza data all'esame, dall'altro per valutare correttamente le proprie capacità e la propria preparazione.



immagine su skuola.net



Ecco quindi alcune strategie che possono essere utili in tal senso:

1) Vedere l'esame in modo meno assoluto e minaccioso. L'esame non valuterà la tua persona nel complesso, ma solo la preparazione in quello specifico argomento. Esso può essere una prova, che può insegnare qualcosa su di te, su come reagisci alle difficoltà e può dirti come puoi eventualmente migliorare nelle lacune nello studio.

2) Conoscere ciò che gli esami richiedono. Su cosa si concentra maggiormente il docente? Vuole sapere tutto (molto improbabile) o si concentra nello specifico su una parte del programma? Per questo è importante andare a lezione, per capire cosa vuole sapere in particolare da te quel docente in sede d'esame.

3) Visualizzarsi positivamente. Prova ad immaginare te stesso nella situazione d'esame. Immagina le domande che il docente potrebbe rivolgerti mentre rispondi ad esse in modo positivo. Prova a rivolgere concretamente a te stesso delle ipotetiche domande e a rispondere ad esse a voce alta. Immagina anche delle domande "trabocchetto" che potrebbero metterti in difficoltà e prova a rispondere anche a queste. Questo potrebbe aiutarti a farti sentire più sicuro di poter affrontare anche eventuali situazioni difficili.

4) Dividere i paragrafi da studiare secondo il criterio "facile"- "difficile". Alcuni paragrafi del libro sono più semplici, si ricordano facilmente, altri più difficili. Se differenzi il materiale da studiare non ti sembrerà di avere una mole enorme di lavoro da fare ma il tutto sembrerà più fattibile da affrontare. Potrai concentrarti maggiormente sulle parti più difficili e curarti molto meno del resto.

5) Studiare in modo attivo. Prendere appunti a lezione, fare schemi, riportare a lato del paragrafo le parole chiave più importanti portano ad un'elaborazione cognitiva più approfondita, che ti consente di apprendere e memorizzare più velocemente ed efficacemente quanto letto. 




immagine su comestudiare.info


Il giorno dell'esame:

1) Cura la tua immagine. No ai vestiti troppo stravaganti, succinti. Attenzione a dare un'immagine di te adatta al contesto in cui ti trovi. Sembra una banalità ma moltissimi docenti notano aspetti dell'abbigliamento "poco consoni" e ciò può indurli, anche involontariamente, a farsi un'idea di te che può non essere quella corretta ma che può in qualche modo influenzare l'esito dell'esame

2) Non pretendere di arrivare con un livello di ansia pari a zero. Una certa ansia, più elevata del "normale" è più che comprensibile e in una certa misura può aiutarti a dare il meglio di te. 

3) Non credere alla sensazione "non mi ricordo nulla". Non basarti su di essa per inferire previsioni negative rispetto all'esito dell'esame. E' normale avere questa sensazione e ciò non significa che nella memoria a lungo termine (quella in cui si sono depositate le informazioni apprese un pò alla volta nel corso del tempo) non ci sia nulla. 
Per spiegare questo concetto prova a pensare alla tua padronanza di una lingua straniera che hai studiato piuttosto bene nel passato ma che attualmente non stai parlando. Nel momento opportuno, ad esempio durante una vacanza all'estero, è molto probabile che ciò che ti sembrava dimenticato riaffiori alla memoria e che tu possa padroneggiare quella competenza appresa molto tempo prima.

Per finire: in bocca al lupo per il tuo prossimo esame!

martedì 8 gennaio 2019

Sessualità nella coppia: 5 fattori che la ostacolano

La sessualità all'interno della coppia è uno dei fattori che mantengono vivo l'amore. Essa è una vera e propria forma di comunicazione attraverso la quale passano l'idea che una persona ha di sè e del partner, la passione e la considerazione per l'altro. 

La sessualità richiede pazienza, perchè non è detto che una buona intesa sessuale con il partner si costruisca immediatamente. C'è bisogno di ascolto e di comunicazione reciproca affinchè si possa raggiungere una buona sintonia.

In alcuni casi l'intesa sessuale fatica ad essere raggiunta, o viene a perdersi nel tempo, frequentemente perchè intervengono uno o più dei seguenti fattori ad ostacolarla.

1) Ansia. E' uno dei peggiori nemici del sesso. L'ansia porta a non fidarsi di se stessi e/o del partner ed è incompatibile con l'abbandono e la tranquillità che dovrebbero invece esserci durante un rapporto sessuale. Può causare difficoltà o incapacità nel raggiungere l'erezione nell'uomo o difficoltà nel mantenerla e difficoltà nel raggiungere l'orgasmo da parte di entrambi i partner. Chi prova ansia rispetto alla sessualità tende a trovare i rapporti sgradevoli o a evitarli, creando quindi un circolo vizioso che mantiene l'ansia.

2) Inibizioni di tipo morale. Alcune persone, talvolta a causa di una rigida educazione ricevuta, credono che il sesso sia una cosa "sporca" o che alcuni desideri propri o del partner non siano confessabili o praticabili. In questo modo riducono il sesso ad una serie di pratiche meccaniche, stereotipate e limitate che difficilmente rendono il rapporto sessuale gradevole e stimolante.





3) Standard rigidi e irrealistici. Ci sono delle convinzioni riguardo al sesso che possono essere davvero limitanti. Mi riferisco a tutte le idee su "come dovrebbe essere", "come mi dovrei comportare per essere una buona amante", "cosa dovrei fare, quanto dovrei durare per essere un vero uomo", "quante volte si dovrebbe fare l'amore in una settimana". Queste idee portano a rigidità, tensione, e trasformano i rapporti sessuali in esercizi fisici performanti che, se non vanno come dovrebbero, portano a delusione e disistima di se e del partner.

4) Mito dello spontaneismo. Credere che tutto debba avvenire in modo "naturale", senza che sia ammesso comunicare e chiedere al partner quali siano i propri desideri in materia sessuale porta spesso ad un'insoddisfazione nella coppia. Credere che il partner possa leggerci nel pensiero è sbagliato. E' importante comunicare ciò che piace e ciò che non piace in ambito sessuale e chiedere al partner di fare lo stesso con noi.

5) Scarsa attrattiva personale. Percepirsi come poco attraenti causa insicurezza e ansia, le quali ostacolano la tranquillità necessaria durante un momento di intimità con il partner. Allo stesso modo, giudicare intollerabili alcuni difetti fisici del partner o la scarsa igiene personale da parte di uno o entrambi i membri della coppia conducono frequentemente ad un calo del desiderio.

mercoledì 21 novembre 2018

5 idee sbagliate sulla depressione

Spesso lavoro con persone che soffrono di depressione e uno dei motivi di sofferenza è il non sentirsi capite da chi sta loro accanto. Capita infatti che, se pure in buona fede, amici e familiari hanno un'idea della situazione non corretta che inevitabilmente si ripercuote sul corretto rapporto con la persona.

immagine su apc.it



Vediamo quindi quali sono i 5 pregiudizi più ricorrenti sulla depressione:

"È solo questione di buona volontà". Sarebbe come dire ad una persona infortunata con una gamba rotta: "su, alzati, fai una bella corsa". Purtroppo non funziona in questo modo. La depressione è una vera e propria malattia e come tale va considerata. La persona migliorerà, guarirà. Diamole il giusto tempo.


"La depressione è un problema di chi ha tempo da perdere". Come se la depressione fosse un "lusso", un "problema da ricchi". In realtà così non è. Molti studi dimostrano che la depressione è una problematica "democratica": può colpire senza distinzione di ceto sociale.


"Dalla depressione non se ne esce più". Ciò non è assolutamente vero, con una buona psicoterapia e, se necessario, una corretta terapia farmacologica è possibile tornare a stare bene.


"Capita a tutti di sentirsi un pò giù di morale ogni tanto, poi passa". C'è molta differenza tra un momento di tristezza e la depressione. Innanzitutto la durata. Chi è depresso passa molti giorni in cui l'umore è depresso per la maggior parte della giornata e perde il piacere verso le cose che prima lo interessavano e che faceva con passione. Inoltre spesso sente di aver perso qualcosa nella vita che per lui aveva un valore irrecuperabile (es. il lavoro, il partner ecc.) mentre nella tristezza questa sensazione di mancanza incolmabile non è presente. Si capisce quindi come tristezza e depressione siano due cose diverse.


"Esci un pò, divertiti!" Va da sè, avendo letto la parte precedente, che uscire e divertirsi sono un qualcosa che la persona non riesce a fare e, anche se lo facesse, probabilmente non riuscirebbe a sentirsi bene. Ha più senso quindi non dare consigli e suggerimenti alla persona depressa ma semplicemente suggerirle di consultare un esperto nel trattamento di questo tipo di problematica.


sabato 10 novembre 2018

La violenza psicologica: riconoscerla e saper chiedere aiuto

Si parla sempre più spesso di violenza di genere cioè quella forma di violenza che viene messa in atto all'interno della coppia dal compagno, marito,  fidanzato (o ex) verso la propria compagna.
La violenza fisica è la forma di violenza se vogliamo più eclatante e visibile ma esiste un altro tipo di violenza altrettanto pericoloso anche se talvolta meno evidente che è la violenza psicologica.

Cos'è violenza psicologica:

Umiliazioni dirette verso la partner (non sei capace, non capisci niente, sei una stupida)

Comportamenti manipolatori: se non fai questo io di conseguenza faccio/non faccio quest'altra cosa. Se esci con le tue amiche dirò ai bambini che non sei una brava mamma. Non sono io a sbagliare. Sei tu che non capisci.

Controllo costante ed ossessivo: dove sei? Con chi sei? Non voglio che tu esca con...
Chiamami, vengo a prenderti. Ti accompagno io. Voglio che passi tutto il tuo tempo libero insieme a me. Sei mia. Chi ti ha messaggiato? Le tue amiche non mi piacciono. Se sorridi ad un amico vuol dire che ci stai provando con lui.

Ovviamente la situazione è tanto più grave quanto più è ripetuta e frequente.

Come fare per tutelarsi, per difendersi da questo tipo di violenza?

La prima cosa da fare è prestare attenzione ad alcuni campanelli d'allarme che possono comparire fin dall'inizio della relazione o dopo un po' di tempo.

Vediamo di seguito quali sono:

Il partner è eccessivamente geloso e possessivo. Ti fa sentire come una regina ma pretende dedizione assoluta.

Parla male delle tue amiche e dei tuoi amici. Le tue amiche sono leggere e superficiali, delle "poco di buono", i tuoi amici hanno sempre un secondo fine.

Organizza cene, viaggi senza consultarti e non dà importanza al fatto che tu ti sia già organizzata diversamente. Se provi a obiettare si innervosisce o si arrabbia.

Questi comportamenti quanto più sono pervasivi, costanti e messi in atto in maniera irragionevole tanto più indicano una situazione che è meglio monitorare con attenzione.

Immagine su alfemminile.com

Cosa fare se invece si è immerse in una relazione che ha chiaramente le caratteristiche di una situazione violenta?

La prima cosa è credere alle proprie percezioni, sensazioni, emozioni non sentendosi sbagliate o "matte".

In secondo luogo è possibile parlare della situazione con una persona di cui ci fidiamo davvero, che possa condividere la difficoltà del momento e magari fornire anche un aiuto pratico.

Infine sono presenti degli sportelli che offrono aiuto.
Sul territorio di Brescia e della Vallecamonica troviamo:

Lo sportello antiviolenza di Darfo Boario Terme tel 0364 536632

Lo sportello di Capodiponte tel 338 3707282

La Casa delle Donne di Brescia tel 030 2400636