martedì 22 maggio 2018

Attacchi di panico: sono davvero pericolosi?

Spesso lavoro con persone che soffrono di attacchi di panico e la sensazione che mi riferiscono più spesso è la paura che possa capitare loro qualcosa di pericoloso durante questi episodi acuti ed intensi di ansia. 

In effetti le sensazioni che si provano durante un attacco di panico sono veramente forti e spiacevoli ma siamo veramente sicuri che siano pericolose per l'incolumità della persona in quel momento?
Vediamo di affrontare razionalmente questa convinzione.

sintomi dell'attacco di panico
immagine su psicoadvisor.com

Un ragazzo di 20 anni incontrato di recente mi riferiva della paura di svenire durante un attacco di panico. Mi riportava tra i sintomi dell'attacco la sensazione di testa vuota, di giramento di testa e di offuscamento della vista e ogni volta questi sintomi si accompagnavano appunto alla paura di perdere i sensi. 

Ragioniamo però sulle condizioni che portano una persona a svenire. 

Quando si sviene? Quando la pressione sanguigna  è alta o bassa? 

Senza ombra di dubbio quando la pressione è bassa. Quando la pressione del sangue è alta, cosa che si verifica durante un attacco di panico, la situazione che si verifica non è generalmente compatibile con uno svenimento. Quindi sicuramente la sensazione che la persona sperimenta è di poter svenire da un momento all'altro ma la realtà è ben altra cosa. 

Un altro timore di molte persone con attacchi di panico è di poter avere un "attacco di cuore". 

Ma cos'è un attacco di cuore? E' veramente simile a ciò che accade nel corpo durante un attacco di panico?

Un attacco di cuore si verifica quando il cuore non riceve più un flusso sanguigno adeguato, per varie cause. Invece durante un attacco di panico il sangue circola molto velocemente e già da qui capiamo che non è possibile che attacco di cuore ed attacco di panico siano la stessa cosa. Certo, alcune tra le sensazioni sperimentate sono simili ma la loro causa e le loro conseguenze sono ben diverse.
Inoltre durante un attacco di panico viene prodotta dal corpo una grande quantità di adrenalina, che, guarda caso, è proprio la sostanza che viene somministrata a livello ospedaliero quando un paziente presenta un attacco di cuore. Quindi come potrebbe essere che l'adrenalina in un caso fa smettere di battere il cuore e in un altro caso lo fa riprendere a funzionare? Nella tesi che un attacco di panico farebbe fermare il cuore c'è qualcosa che non torna. 

sintomi dell'attacco di panico
immagine su psicologionline.it

Un altro sintomo che generalmente spaventa chi soffre di attacchi di panico è la sensazione di "stretta alla gola" con la conseguente paura che la gola si possa chiudere fino a "soffocare" la persona. 

Anche qui proviamo a ragionare. Quando la gola si chiude (in assenza di una patologia di tipo medico preesistente)? Quando qualcosa la ostruisce. Ma se in gola non c'è nulla come fa questa a chiudersi e ad impedire il respiro? 
Anche qui c'è una bella differenza tra una sensazione di soffocamento, che è tra i sintomi dell'attacco di panico, e il soffocamento vero e proprio.

Quindi è molto importante fare una distinzione tra "mi sembra di..." "ho la sensazione di" e un dato di fatto reale e clinicamente rilevante. Sicuramente un attacco di panico (e a maggior ragione più attacchi di panico) è un'esperienza dolorosa e spiacevole ma non è realmente una situazione pericolosa per il paziente. Anzi, alcuni miei pazienti con attacchi di panico, riuscivano così bene a dissimulare la loro condizione (ad esempio per vergogna) che chi li circondava non si accorgeva nemmeno di cosa stessero provando in quel momento. 


Se io quindi mi convinco che non sono realmente in pericolo quando ho un attacco di panico posso anche accettare di mettermi in gioco in tutte quelle esperienze che temo perchè penso che facendole potrei avere un attacco di panico. E nel momento in cui le faccio (certo, le prime volte con fatica) e vedo che riesco, che non mi succede nulla, l'ansia pian piano diminuisce e gli attacchi di panico si riducono sempre di più.


lunedì 7 maggio 2018

Parliamo d'amore: quando la coppia scoppia

Mi capita a volte di incontrare delle coppie dove qualcosa si è rotto. 
Quando la coppia è in crisi spesso c'è una errata decodifica dei linguaggi d'amore che provengono dall'altro. 
Infatti i linguaggi d'amore che ogni individuo usa per esprimere il proprio sentimento verso l'altro sono molto personali e non è detto che siano condivisi e comuni all'interno della coppia.

Vediamo quindi quali sono i principali linguaggi d'amore:

Il primo è rappresentato dai gesti di servizio. Essi sono tutti quei conportamenti pratici e quotidiani tesi a far star bene l'altro. Ad esempio una persona puo cucinare un buon pranzo, preparare in ordine i vestiti allo scopo di far piacere al partner.
Ricordo una volta che conobbi una coppia che chiamerò di Marco e Luisa (nomi di fantasia) dove lui rimproverava lei di dedicare troppo tempo alla casa e alla cucina. Alla fine Luisa disse, piuttosto innervosita e delusa, che era dispiaciuta che lui non avesse mai realizzato che lei quelle attività le faceva  perché lui potesse essere contento e gratificato nel trovare la casa in ordine e un buon piatto fumante in tavola.

Il secondo linguaggio d'amore è rappresentato dall'intimita' fisica. Ricercare e donare abbracci, carezze, coltivare una buona intesa sessuale sono aspetti attraverso i quali nella coppia viene trasmesso l'interesse, l'affetto, l'amore verso l'altro. 
Poco tempo fa ho conosciuto una coppia nella quale la moglie desiderava tantissimo gesti di intimita fisica dal marito ma questi non arrivavano perché lui diceva di "non essere tipo" da manifestazioni come queste. Ho quindi lavorato per fargli capire che per la moglie  questi gesti erano molto importanti e contemporaneamente con la signora abbiamo analizzato i comportamenti del marito per trovare quelli attraverso i quali lui esprimeva il suo amore per lei (e li abbiamo trovati).

contatto fisico
immagine su udinetoday.it

Il terzo linguaggio d'amore è rappresentato dalle parole di rassicurazione. Con queste parole vengono espressi complimenti, apprezzamenti, scuse, sostegno e affetto. Frasi come "sei la persona più importante per me", "mi piace come ti comporti", "ti voglio bene", rientrano tutte in questa categoria.

Il quarto linguaggio d'amore è rappresentato dai doni. Farsi regali, in occasione di ricorrenze significative per la coppia ma anche come sorpresa, quando l'altro non se l'aspetta, è un altro modo per fargli capire quanto è importante per noi.

L'ultimo linguaggio d'amore è rappresentato dal coltivare dei momenti speciali dedicati alla coppia. Questi possono essere l'uscita almeno una volta al mese da soli, senza i figli, oppure il ritagliarsi la pausa pranzo insieme, insomma tutti quei momenti nei quali la coppia può dedicarsi "solo a se stessa". 
Tempo fa ho conosciuto una coppia all'interno della quale la moglie sosteneva di non riuscire ad uscire con il marito da sola, lasciando i figli ai nonni e considerava la cosa completamente giusta in quanto in lei imperava la regola "quando si diventa genitori bisogna fare ogni cosa insieme ai propri figli". Il marito invece soffriva molto per questa mancanza di tempo esclusivo per la coppia e si sentiva messo da parte dalla moglie. Dal canto suo la signora seguiva questa linea di azione del tutto in buona fede e senza alcuna intenzione di ferire il marito. Purtroppo però l'effetto ottenuto era ben diverso, al di là delle intenzioni.

creare momenti speciali
immagine su cosmopolitan.it


Come abbiamo visto i linguaggi d'amore sono molteplici. 

Quindi, quando sorge il problema?

Il problema nasce proprio quando i i reciproci linguaggi d'amore non vengono decifrati correttamente dai membri della coppia.

Ad esempio una moglie che esprime il suo amore con i gesti di servizio può essere vista dal marito come una casalinga pignola e non come una persona che sta mettendo amore nella coppia.
Oppure un marito che esprime il suo amore attraverso principalmente la creazione di momenti speciali per la coppia può essere visto negativamente dalla moglie che si aspetterebbe di ricevere amore maggiormente attraverso il contatto fisico. E così via.

Quindi come agire per evitare di creare ed essere vittima di fraintendimenti?

1. Parlare del significato che diamo ai nostri gesti. Possiamo ad esempio spiegare al nostro partner che per noi abbracciarlo, accarezzarlo, stargli fisicamente vicino sono modi attraverso i quali vogliamo manifestargli quanto teniamo a lui (o lei).

2. Chiedere al partner di provare a manifestare il suo affetto in un modo che a noi risulta più congeniale. Apprezzare anche i più piccoli sforzi fatti in questa direzione.

3. Notare se il partner prevalentemente utilizza uno o più tra questi linguaggi d'amore e cercare di interpretarli in senso positivo, cogliendo appunto in essi la manifestazione del suo affetto per noi.