mercoledì 12 luglio 2017

Come comportarsi se il proprio partner ha un problema di ansia eccessiva

Amare una persona piena di ansie e paure può essere difficile.

Potresti aver tralasciato per questa ragione molti fra i tuoi hobbies. 

Oppure potresti esserti caricato di molte responsabilità, quelle che il tuo partner non riesce ad assumersi. 

Forse il tuo partner potrebbe essere così in difficoltà da non riuscire più a lavorare e le vostre finanze potrebbero averne risentito.

Potresti sentirti arrabbiato per come sta andando la tua relazione di coppia.

Uno studio condotto dall'"Anxiety Disorder Association of America" (ADAA) ha rivelato come le persone che soffrono di un disturbo d'ansia generalizzato ritengono che la loro relazione affettiva sia poco supportiva ed amorevole. 

Se ami una persona con un problema di ansia potresti trovarti di fronte a numerose sfide. 


immagine su huffingtonpost.it


Ecco alcuni modi in cui puoi affrontare la situazione.

1) Cerca informazioni sull'ansia e sui disturbi d'ansia. 

Comprendere la portata di un problema di ansia può essere difficile perchè il/la tuo/a partner può sembrarti abbastanza a suo agio mentre ti sta dicendo che in quel momento sta vivendo un attacco di panico e questo potrebbe portarti a sottovalutare la portata del problema. 
Commenti come "in fondo stai bene" o "devi solo rilassarti" in genere non sono bene accetti quando una persona sta vivendo un momento di difficoltà.
Cercare informazioni corrette da fonti attendibili ed autorevoli o leggere testi sui disturbi d'ansia potrebbe portarti ad avere una visione corretta del problema e scopriresti che i disturbi d'ansia si possono nella maggior parte dei casi risolvere o quantomeno migliorare.


2) Suggerisci al/alla tuo/a partner di cercare un aiuto professionale per il suo problema.

Se il/la tuo/a partner non sta seguendo alcuna terapia, cerca di parlare con lui/lei ed incoraggiarlo/la ad intraprenderne una. 
Ovviamente chi soffre di un problema con l'ansia deve essere d'accordo in prima persona ad intraprendere un percorso terapeutico ma sapere che il proprio/a compagno/a è d'accordo con questo può essere di grande aiuto. 
Inoltre il terapeuta potrebbe coinvolgerti nel lavoro psicologico chiedendoti di essere parte attiva per aiutare il tuo partner a superare il problema.


3) Arrabbiati con la situazione, non con il/la partner.

Potrebbe capitare che hai dovuto o devi rinunciare a molte situazioni sociali perchè il/la tuo/a partner è in difficoltà nello stare a contatto con le persone o a trovarsi in alcune specifiche situazioni. 
In questi casi è molto importante riuscire a separare la delusione per aver dovuto rinunciare ad un momento piacevole con il sentimento verso il/la partner.
Quindi è meglio dire "Mi spiace molto dover andare senza di te al cinema" oppure "Mi spiace che non possiamo andare al cinema insieme" piuttosto che dire "Tu sei sempre il/la solito/a! Con te non si può fare mai nulla". 
E' molto importante parlare di sentimenti ed emozioni in prima persona (ad esempio "io sento questo" "io provo questo") piuttosto che attribuirne la causa all'altro/a (es. "mi sento così per colpa tua", "Tu mi fai sentire così")

immagine su corriere.it

4) Concentrati sui miglioramenti del partner, per quanto piccoli essi siano.

Le persone che soffrono di ansia eccessiva sono in genere molto sensibili all'incoraggiamento di chi gli sta vicino. 
Non mancare di far notare al/alla tuo/a partner i suo miglioramenti, anche se ti sembrano piccoli o irrilevanti. Non dimenticare che per una persona che ha un problema con l'ansia è un successo fare cose che altre persone fanno senza particolari difficoltà.
Ad esempio per una persona che soffre di attacchi di panico è un traguardo enorme guidare sopra un ponte o in autostrada, se in precedenza non lo faceva per paura di poter avere un attacco di panico.


5) Cerca di riflettere e di cambiare i tuoi comportamenti.

Se ogni volta che il/la tuo/a partner ti chiama al telefono tu rispondi perchè sai che se non lo fai lui/lei proverà ansia, in realtà stai aiutando il problema a mantenersi tale.
Potrebbe dispiacerti non farlo, perchè ti potrebbe sembrare di causare una sofferenza inutile ma come sappiamo, solo passando attraverso l'ansia ci si può rendere conto che molte tra le cose temute non si avverano e che l'ansia si può superare.
Sebbene questa strategia possa sembrare crudele nel breve termine, può risultare molto più utile nel lungo periodo.


6) Fate squadra.

Tu e il/la tua partner dovete essere uniti nell'affrontare il problema. Nessuno dei due è da biasimare se le cose non stanno andando come dovrebbero.
Puoi dire "mi piacerebbe che le cose andassero diversamente" oppure "attraverseremo insieme questa situazione".

come aiutare una persona con attacchi di ansia
immagine su oksalute.it

7) Prendi in considerazione l'ipotesi di chiedere una consulenza di coppia.

La terapia di coppia può essere molto utile da condurre in parallelo con la terapia individuale del/la partner con un problema di ansia.
Questo perchè mette in grado i partner di comunicare al meglio i propri sentimenti, pensieri ed emozioni. In questo modo crea le basi per un ambiente familiare meno stressante all'interno del quale anche il problema dell'ansia può trovare una migliore e più rapida soluzione.


8) Riconosci i tuoi bisogni e prenditi del tempo per te.

Riconoscere i propri bisogni, coltivare le proprie amicizie e portare avanti i propri hobbies è fondamentale e non significa trascurare il/la partner. 
Ricorda che solo una persona forte e sana dal punto di vista psicologico è in grado di "reggere" e aiutare il/la partner con un problema di ansia.


9) Non biasimarti e cerca di essere sereno con te stesso. 

Non criticarti o condannarti. Stai facendo tutto il possibile.




Se ti è piaciuto questo post condividilo con le persone che hanno un/una partner con un problema di ansia. Potrebbe essere molto utile per loro!






mercoledì 5 luglio 2017

Il tuo bambino ha paura dell'acqua? Scopri come puoi aiutarlo

Mi capita alcune volte che qualche mamma mi racconti della difficoltà che il suo bambino ha nel familiarizzare con l'acqua. 
Che sia acqua della piscina o del mare, il bambino ha una gran paura. 

In particolare recentemente ho incontrato nel mio studio una signora che mi spiegava che, per aiutare la sua bambina di 4 anni a superare la paura dell'acqua, l'aveva iscritta ad un corso di nuoto.

Ma anche lì, niente da fare. La bambina piangeva per tutto il tempo della lezione, l'istruttore le aveva provate tutte ma poi sembrava essersi un pò rassegnato a convivere con questa allieva alquanto riluttante. 

Alla mamma però dispiaceva vederla così e alla fine l'aveva ritirata dal corso, non senza sgridarla e ripeterle: "Vedi che tutti gli altri bambini entrano in piscina senza fare storie? Solo tu ti agiti e piangi come una sciocchina!"

Ma il problema permane e, in prossimità delle vacanze estive questa mamma si chiede: come posso aiutare la mia bambina a superare la paura dell'acqua?

Innanzitutto il primo consiglio che mi sono sentita di dare a questa mamma è di ridimensionare le aspettative e darsi (oltre che dare alla bambina) del tempo. Forzare le tappe, spingere oltremodo e troppo velocemente la bambina verso l'acqua, far passare l'idea che ci si aspetta da lei che impari a stare in acqua in quattro e quattr'otto non migliorerà le cose.

Il secondo consiglio quindi, immediatamente discendente dal primo è creare un clima di serenità e di assenza di qualsivoglia aspettativa nei confronti della bambina.

Il terzo consiglio è di prevedere un percorso di avvicinamento per tappe all'acqua. 

La prima di queste potrebbe essere l'osservazione di un'altra bambina, della stessa età o di poco più grande che si diverte nuotando o giocando in mare.
Questa osservazione deve essere condotta non facendo paragoni (es. "vedi lei che brava che non fa storie mentre tu invece...") ma semplicemente facendo notare quanto appunto l'altra bambina si stia divertendo.

immagine da blogmamma.it

La seconda potrebbe essere fare un gioco divertente per la bambina in riva al mare. Si potrebbe giocare a palla (che potrebbe finire nel mare e quindi potrebbe essere necessario andare a recuperarla) o magari con l'innaffiatoio giocattolo prendere un pò di acqua e iniziare ad annaffiarsi i piedi a vicenda.

La terza potrebbe essere costruire dei castelli di sabbia chiedendo alla bambina di andare a prendere con il secchiello l'acqua necessaria in mare.

La quarta potrebbe essere riempire una piscinetta di quelle che si usano per i bambini più piccoli e permetterle di entrare e sguazzare un pò in quei pochi centimetri di acqua importanti per farle "prendere confidenza" con l'acqua.

La quinta potrebbe essere immergere le mani nell'acqua del mare e giocare a rincorrersi per bagnarsi a vicenza.


immagine da bebeblog.it



Poi si potrebbe giocare con le pistole ad acqua riempite con acqua di mare, notando la sensazione di frescura e di benessere che l'acqua fresca porta al corpo in una giornata molto calda nonchè il divertimento stesso che il gioco comporta. 

Quando la bambina si sente pronta si può proporre di entrare in mare, la prima volta solo fino alle caviglie, per poi aumentare gradualmente la parte del corpo raggiunta dall'acqua.
Le prime "immersioni" vanno fatte ovviamente in un contesto di mare tranquillo, che degrada dolcemente, senza onde. 
Ogni successo della bambina (ogni step in più compiuto) può essere premiato con una piccola sorpresina, precedentemente concordata.

immagine da nostrofiglio.it


E' poi utile ricordare che non va assolutamente rivelata ad altri (parenti, amici, vicini di ombrellone) la paura della bambina perchè questi, in buona fede, potrebbero riproporre l'argomento in modi scorretti, magari anche davanti alla bambina stessa, rinforzando in questo modo la paura.

Proprio in questi giorni la famiglia di questa bambina si trova al mare e da una mail della mamma ho appreso che gli esercizi, sebbene siano ancora in fase iniziale, stanno andando per il verso giusto.

Sono sicura che se i genitori continueranno su questa linea ben presto la paura dell'acqua sarà solo un brutto ricordo!

Se questo post vi è piaciuto condividetelo con quei genitori che hanno bambini con paura dell'acqua!