domenica 27 maggio 2012

La passività di Giulia

Giulia (il nome ed altri dati che possono rendere riconoscibile la persona sono stati completamente modificati) è una donna di 35 anni, sposata e madre di due bambini piccoli.
Abita a fianco dei suoceri, che definisce un pò "invadenti". Nello specifico fatica a gestire quelle che lei definisce "le continue ingerenze" della suocera nella sua vita privata e, in particolare, nel suo ruolo di madre.
Ma vediamo cosa accade in dettaglio: quando Giulia riprende i bambini per aver fatto qualcosa di sbagliato, la suocera la critica dicendole che non dovrebbe essere così dura e prende i bambini con sè, portandoli nel proprio appartamento, dove li "consola" permettendogli di mangiare il gelato davanti alla tv (quando la mamma magari poco prima l'aveva spenta perchè accesa da troppo tempo).
Inoltre Giulia sta cercando di insegnare al figlio più piccolo, che ha tre anni, a mangiare da solo con le posate. Ma quando si ritrovano a mangiare tutti insieme, la suocera lo prende in braccio ed inizia ad imboccarlo dicendo che "così si fa prima e il bambino non si sporca". In altre situazioni accade che la suocera concede ciò che Giulia vieta e che la critichi ritenendola "troppo severa".
Davanti a questi comportamenti Giulia non riesce a dire nulla. Teme di offenderla e di dimostrarsi ingrata, perchè ogni pomeriggio le tiene i figli quando Giulia è al lavoro. Inoltre teme che la suocera, sentendosi criticata, possa rifiutarsi di badare ai bimbi, creando a Giulia e a suo marito non pochi problemi.
Così si lamenta col marito, che ha già provato a parlare con la madre, ma i problemi sembrano non essersi ancora risolti del tutto. Progressivamente aumentano la frustrazione, l'ansia quando la suocera è presente ed il risentimento.
Quali sono gli errori che Giulia involontariamente commette? Cosa può fare per migliorare la situazione?

venerdì 11 maggio 2012

Gli errori di Marianna e possibili soluzioni

Sicuramente Marianna, nell'affrontare la sua insonnia, ha commesso, se pur involontariamente, degli errori.
Il primo errore è il rimanere a letto per molto tempo sveglia, guardando il soffitto.
In questo modo, in breve tempo si viene a realizzare l'associazione "sto a letto-sto sveglia", che non permette successivamente l'instaurasi di una condizione psicofisica di relax. In pratica, nella mente di Marianna si è attivata la convinzione: "ogni volta che mi corico starò sveglia".
In questa situazione sarebbe invece più utile se Marianna, una volta accortasi che ha trascorso circa un quarto d'ora-venti minuti sveglia, si alzasse e si dedicasse, all'esterno della stanza da letto, ad un'attività rilassante, come leggere un libro o guardare la televisione. Trascorso circa un quarto d'ora, potrebbe riprovare a coricarsi e rifare la stessa cosa nel caso in cui non prendesse sonno dopo una ventina di minuti. In questo modo si verrebbe a ricomporre l'associazione "sto a letto-dormo".
Un secondo errore che Marianna compie è quello di preoccuparsi delle ore di sonno perse. Il nostro corpo e la nostra mente funzionano anche se dormiamo poco. Certo, fanno più fatica, ma non ci lasciano certo in panne! Coricarsi preoccupandosi delle conseguenze del dormire poco genera uno stato di attivazione psicofisica che è poco compatibile con il relax necessario per favorire l'addormentamento.
Un terzo errore consiste nel fare pisolini diurni, nel tentativo di recuperare il sonno perduto durante la notte. Questo è uno sbaglio perchè il corpo di giorno comunque riposa e il "monte ore" totale di sonno necessario di conseguenza diminuisce. Marianna ne pagherà le spese durante la notte, quando rimarrà probabilmente sveglia.
Un ultimo errore consiste nell'aver ridotto all'osso la vita sociale. In questo modo Marianna ha più tempo per rimuginare, per preoccuparsi dei danni del dormire poco, con le conseguenze sopra esposte.
Quindi Marianna dovrebbe:
-dormire solo la notte e non di giorno
-non stare a letto sveglia
-cercare di non preoccuparsi delle conseguenze dell'insonnia
-cercare di tenersi impegnata durante la giornata.

venerdì 4 maggio 2012

L'insonnia di Marianna

Marianna (sono stati modificati i dati che possono rendere la persona riconoscibile) è una donna di 45 anni, che lavora part time come segretaria, ha un figlio di 10 anni e un marito con cui ha una buona relazione di coppia. Ma ha un problema: da diversi mesi ormai non dorme, o meglio, dorme poco e male.
Si corica verso le 23.00, però non prende il sonno subito. Di solito, trascorsa un'ora a letto guardando il soffitto, inizia ad agitarsi, pensando a quanto sarà pesante il giorno seguente, alle cose da fare l'indomani, a quelle che si è dimenticata di fare nella giornata appena conclusa. Durante la notte si risveglia almeno due o tre volte, e riparte con i pensieri sopra esposti.
Al mattino si sveglia con la testa pesante, durante il giorno è distratta e tende a dimenticarsi le cose.
Si sta preoccupando molto di questa situazione: "se continuerò a dormire così poco mi ammalerò!", "come mai mio marito e mio figlio dormono e io no? Sicuramente c'è qualcosa di sbagliato in me!", "non riuscirò a svolgere le mie faccende quotidiane se non riposo almeno 8 ore a notte!".  E così via.
Durante la giornata, quando rientra dal lavoro molto stanca, cerca di fare un sonnellino, lei dice "per recuperare il sonno perso durante la notte" e in generale cerca di affaticarsi poco, poichè si sente fisicamente e mentalmente spossata. Ha abbandonato il corso di nuoto che aveva iniziato e tende a declinare gli inviti delle amiche, perchè "troppo stanca".
Come può fare Marianna per migliorare il suo sonno? Ci sono degli errori che, inconsapevolmente commette?