giovedì 14 aprile 2016

Ansia anticipatoria nei bambini: quali le cause?

Il modo in cui si aiutano i bambini a superare ansia e ansia anticipatoria risulta fondamentale per la loro salute psicologica.
Più volte nel blog ho parlato di cosa è l'ansia, quali sono i suoi sintomi e come si manifesta.
Ho anche illustrato in cosa consiste l'ansia anticipatoria.
Ora vorrei descrivere quali sono le ragioni per cui un bambino è più ansioso di un altro, quali sono le più frequenti cause di ansia e ansia  anticipatoria nei bambini.


come aiutare i bambini a gestire l'ansia


# Perché alcuni bambini sono più ansiosi di altri?

Questa è una domanda che i genitori mi rivolgono spesso. "Perché il mio bambino è sempre in ansia"? "Perché i suoi amichetti sono sicuri di loro stessi e il mio bambino no?" "Ho due figli: come mai uno è sicuro e spavaldo e l'altro è timoroso e ansioso"?

La risposta a questa domanda è semplice. Perché l'ansia si strutturi e diventi un problema per un bambino ci sono fondamentalmente due ragioni:

- una prima ragione è il temperamento del bambino. I bambini "nascono" fatti in un certo modo, per cui già da neonati hanno un certo temperamento. Alcuni si spaventano con ogni piccolo rumore, non amano i cambiamenti, non vogliono stare con persone che non siano mamma e papà. Altri neonati hanno un temperamento diverso. Sono tranquilli, rilassati per la maggior parte del tempo, dormono molto anche in presenza di forti rumori, affrontano serenamente le novità e non si lasciano facilmente spaventare da situazioni impreviste. Altri ancora sono un mix delle due descrizioni.

- Poi c'è il grande ruolo dell'ambiente e dell'educazione ricevuta che risulta il nodo di gran lunga più importante per l'innestarsi e soprattutto il perpetuarsi di situazioni di ansia e di ansia anticipatoria.
Ciò significa che risulta molto importante ciò che le figure di riferimento (i genitori soprattutto) del bambino fanno o dicono in risposta alla sua ansia.

Facciamo un esempio: Mario è un bambino di 5 anni, che sta imparando ad andare in bicicletta senza le rotelline di supporto. Alla prima caduta si spaventa ed inizia a piangere. La mamma allora si avvicina allarmata e gli dice: "Povero Mario! Te l'avevo detto che cadevi! Ora vieni in braccio, andiamo a fare una bella merenda e per un po' alla bici non pensiamo più".

# A questo punto cosa dovrebbe pensare il bambino?

Mario potrebbe pensare:

1) che andare in bici è pericoloso e si può cadere (addirittura la mamma l'aveva previsto)

2) che una volta caduti immediatamente esiste una situazione (la merenda e l'abbraccio della mamma) che mi portano via dalle difficoltà.

3) che la paura e lo spavento non si possono sopportare, anzi, che sono emozioni che vanno subito eliminate

Quindi...perché Mario dovrebbe riprovare a salire sulla bicicletta?

E cosa succederebbe se la mamma alla sera, a cena insieme anche al papà parlasse a lungo della caduta di Mario, di come la bicicletta sia pericolosa, di come lei aveva detto di non togliere le rotelline ecc. ecc. ?

Ovviamente seguendo questa linea sarà difficile che Mario abbia di nuovo voglia di salire sulla bicicletta e, ogni volta che qualcuno proverà a proporglielo, proverà una forte ansia anticipatoria, dirà che ha mal di pancia, mal di testa, e che preferisce fare altro.

Con questo intendo che l'ambiente ha un ruolo fondamentale nel creare e/o mantenere situazioni di ansia nei bambini e che i genitori hanno un ruolo fondamentale nel prevenire e gestire le situazioni in cui i propri figli si mostrano ansiosi.

Immagine tratta da www.tecnologia-ambiente.it

lunedì 4 aprile 2016

Ansia da prestazione: 3 modi per combatterla

L'ansia da prestazione nella sessualità è un'emozione di allarme sperimentata prima di avere un rapporto sessuale vissuto come minaccioso.
Come-combattere-l'ansia-da-prestazione-in-campo-sessuale
Le cause dell'ansia da prestazione: 
Anche se è difficile prestare sempre attenzione, ogni volta in cui proviamo un'emozione, ad essa si associano pensieri di un certo tipo. Nel caso dell'ansia da prestazione i pensieri associati potrebbero essere "devo assolutamente impegnarmi per eccitarmi e farcela", oppure "se non riesco ad avere un buon rapporto sessuale lui/lei potrebbe rifiutarmi o magari lasciarmi".
Ovviamente, pensieri di questo genere mettono in moto nel corpo delle reazioni di allarme che sono incompatibili con una risposta positiva dal punto di vista sessuale e conducono spesso a ciò che si vorrebbe evitare e cioè ad un momento intimo poco soddisfacente per sé e per il/la partner.
A sua volta, il/la partner potrebbe involontariamente interpretare la situazione a suo modo, alimentando un circolo vizioso che porta al perpetuarsi del problema.
Ad esempio il/la partner potrebbe pensare "non si eccita perché non gli/le piaccio o non faccio abbastanza e quindi prima o poi mi lascerà" "non si eccita perché non gli/le piaccio quindi non valgo niente" "non si eccita perché non sono in grado di dargli /le piacere e quindi devo fare di più" "non si eccita perché non mi vuole dare soddisfazione".
In concomitanza a questi pensieri potrebbero comparire emozioni negative anche nel/nella partner, come ansia di abbandono, depressione, ansia da prestazione o rabbia. Queste emozioni potrebbero tradursi in comportamenti di allontanamento o di disagio verso il/la partner.


Le conseguenze dell'ansia da prestazione:

Le conseguenze dell'ansia da prestazione possono essere varie e sfociare in:
problemi e difficoltà nell'eccitamento
problemi e difficoltà nel raggiungimento dell'orgasmo sessuale
dolore nel momento del rapporto sessuale

Rimedi all'ansia da prestazione:

Per combattere l'ansia da prestazione è necessario adottare alcuni accorgimenti:


# Aumentare la conoscenza di sé

- Prestare attenzione al proprio modo di pensare nelle situazioni in cui si sperimenta ansia da prestazione e mettere in discussione i pensieri disfunzionali descritti nel paragrafo precedente chiedendosi "che prove ho che ciò che penso è vero"? "come faccio ad essere sicuro/a che ciò che temo si realizzerò sicuramente"?
- Aumentare la conoscenza del proprio corpo e delle sensazioni che esso suscita dedicandosi prima ad un'osservazione del proprio corpo e in un secondo momento ad un esplorazione tattile delle sue varie parti.
L'attenzione va posta alle sensazioni, ai pensieri e alle emozioni che tale esplorazione suscita.



# Aumentare la conoscenza dell'altro.

- Parlare con il/la partner di ciò che preoccupa e ascoltare il suo punto di vista senza interromperlo/a.
- Parlare dell'argomento sessualità con il/la partner dedicandosi ad un ascolto attento e non giudicante del punto di vista dell'altro.



# Mettere in pratica la focalizzazione sensoriale.

- Questa attività consiste nello scambio reciproco di carezze con una finalità non erotica e va messa in atto praticando al partner e chiedendo poi al partner di praticare a se stessi (in due momenti separati) delle carezze che non sono preludio ad un atto sessuale.
Durante questo esercizio ognuno può dire all'altro quali carezze preferisce e in che modo gradisce riceverle e il partner che riceve le attenzioni dell'altro deve restare immobile, concentrandosi sulle sensazioni, emozioni, pensieri che emergono. 
Con questa pratica viene migliorata la conoscenza delle proprie sensazioni ed emozioni all'interno della relazione di coppia.
Se tutto ciò non bastasse può essere utile rivolgersi ad un terapeuta esperto nella risoluzione dell'ansia legata alla sfera sessuale.
Bibliografia: "Clinica delle disfunzioni sessuali" di Fenelli A. e Lorenzini R. Carocci Faber Ed. 2013

Immagine tratta da wellvitonline.it