Sembra
proprio che Stefania stia vivendo una condizione di burnout.
Ma
vediamo in cosa consiste e cos'è il burnout. Si tratta di una sindrome
caratterizzata in primis da esaurimento emotivo: chi ne viene colpito si sente
stanco, sfinito e svuotato delle proprie energie emotive. Le uniche emozioni
sperimentate sono di tipo negativo, ad esempio ansia, rabbia, tristezza ecc.
Il
secondo aspetto che caratterizza il burnout è la depersonalizzazione: chi lo
sperimenta, per tentare di difendersi dallo stress causato dal rapporto con
l’altro, tende a trattare il destinatario del suo lavoro come se fosse una cosa
e non una persona. A volte può arrivare a detestare i propri “assistiti” e a
trattarli male.
Il
terzo ed ultimo aspetto è la ridotta soddisfazione personale e professionale:
si prova senso di colpa per il modo in cui ci si comporta con i propri
pazienti, ci si sente diventati delle persone spregevoli e ci si condanna per
questo.
Ma
quali sono le cause del burnout?
Erroneamente si pensa che la “colpa” sia dell’assistito oppure dell'infermiere (ma il burnout potrebbe colpire anche medici, psicologi, ausiliari, e, in generale tutti coloro che lavorano a contatto con persone in situazione di bisogno e/o sofferenza) sottovalutando l’importanza degli elementi situazionali come ad esempio la focalizzazione sui problemi: gli operatori in contatto con persone in difficoltà spesso si concentrano sui lati negativi, sulle mancanze degli altri e non sui loro punti di forza. In questo modo finiscono per vivere una giornata lavorativa "piena di problemi" con conseguente preoccupazione e stress emotivo.
Erroneamente si pensa che la “colpa” sia dell’assistito oppure dell'infermiere (ma il burnout potrebbe colpire anche medici, psicologi, ausiliari, e, in generale tutti coloro che lavorano a contatto con persone in situazione di bisogno e/o sofferenza) sottovalutando l’importanza degli elementi situazionali come ad esempio la focalizzazione sui problemi: gli operatori in contatto con persone in difficoltà spesso si concentrano sui lati negativi, sulle mancanze degli altri e non sui loro punti di forza. In questo modo finiscono per vivere una giornata lavorativa "piena di problemi" con conseguente preoccupazione e stress emotivo.
Un
altro fattore situazionale che può pesare ed avere un ruolo nell'insorgenza del
burnout è la mancanza di feedback (risposta) positivo che talvolta si verifica
da parte dei pazienti di un ospedale e dei loro familiari: essi possono infatti
trascurare di ringraziare o lodare l’operatore quando svolge bene il suo lavoro
ma non mancheranno di fargli notare suoi eventuali errori.
Inoltre
se le persone da curare dimostrano di non cambiare nel tempo si è portati a
vederle in termini negativi e ad esempio a pensare che forse sono loro che non
vogliono guarire o che non è giusto che proprio a noi sia toccato quel reparto,
quella stanza o quel particolare paziente.
Un
altro fattore che può essere rilevante nell'insorgenza del burnout è dover fare
troppo e troppo presto: dover a tutti i costi “lavorare molto” in questo
settore lavorativo causa stress e visione negativa dell'altro.
Inoltre
pesano nella possibile genesi della sindrome anche i rapporti con colleghi e
superiori, che, se buoni, possono essere un fattore di protezione per gli
operatori dell'assistenza, ma in caso contrario possono determinare un
peggioramento della capacità di gestire lo stress e quindi favorire il
manifestarsi del burnout.